Abbiamo un'opinione precisa sulla medicina, sugli aiuti umanitari e sui diritti. Un ferito ha diritto ad essere curato in quanto ferito, sta scritto in tutti i trattati e le convenzioni. Se togliamo anche questo pezzo di umanità, e già ritrovarne nella guerra è impresa ardua, si rischia di avere la barbarie totale. Il senso di quello che sta succedendo è: non c'è più rispetto neanche per un ospedale.
Ormai un ospedale può curare solo gli amici e non i nemici, e allora non può più essere un ospedale, semmai è il tuo ospedaletto da campo militare, ma ai fini tuoi. L'ospedale è una cosa seria in una società, quando si fa la guerra a un ospedale si perde civiltà.
Quell'ospedale dà fastidio, perchè ti sbatte in faccia la verità sulla guerra: il 40% di quelli che finiscono sotto i bombardamenti sono bambini. Te la sbatte in faccia con le foto, le facce, i sorrisi o i pianti. D'altra parte non c'è neanche un giornalista che possa documentare quello che sta succedendo, non è stato ammesso un solo giornalista nelle operazioni. Perfino le regole fondamentali lì sono saltate.
(intervista a Che tempo che fa del 11 aprile 2010)
Commento: L'obiettivo era chiudere l'Ospedale di Lashkar-gah, l'obiettivo è stato raggiunto.
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