L'attesa


Roma, martedì 16 novembre ore 17.00
Si torna in albergo e inizia un'attesa snervante. Non esce alcun comunicato. Santo cielo, e quanto ci vuole a scrivere quattro righe? Poi fiinalmente compare, pubblicato sul sito del Ministero, e sono davvero quattro righe in croce. Ma il problema vero è un altro: è troppo generico, non viene quantificata la cifra. La mia prima reazione, istintiva, è che ce stanno a fregà, direbbero qua.
Cerco Tore, ma Josy non risponde. Cerco di portarmi avanti col lavoro, Emanuele, che fa da ufficio stampa, insiste che non c'è tempo da perdere, che se non si manda un comunicato all'Ansa si "bucano" i tg della sera. Comincio a scrivere che la risposta la consideriamo insufficiente, quando, finalmente, i cellulari cominciano a squillare. Discutiamo animatamente, poi mi convinco: tornare in piazza domani esporrebbe i malati ad un braccio di ferro interminabile, non scriveranno una riga in più fino alla presentazione dell'emendamento. Ma il pallino l'abbiamo noi: senza una cifra siamo paradossalmente più forti, perchè questo ci permette di tenere il punto, o una cifra da noi valutata degna oppure se li tengano, elemosine non ne vogliamo.
Sento grave il peso della responsabilità nei confronti di tutti. D'altra parte a breve si giocherà a carte scoperte, tempo un giorno o due.
Così concordiamo il testo che sospende il presidio.

Alberto Damilano, Salvatore Usala, firmatari della lettera inviata a Tremonti, Fazio e Sacconi e promotori del presidio di Roma di martedì 16 novembre dichiarano insieme a Mauro Pichezzi, presidente di Viva la Vita onlus che: "A seguito dell'incontro di oggi in delegazione presso il Ministero delle finanze abbiamo esaminato il comunicato stampa ufficiale numero 186 pubblicato sul sito ministeriale. Valutiamo positivamente l'impegno preso circa la presentazione di un emendamento alla Finanziaria in discussione alla Camera con uno stanziamento congruo a favore di malati e famiglie perché vengano sollevati da subito dal grave peso assistenziale che sono costretti a sopportare quotidianamente.
Richiamiamo che, in coerenza con quanto richiesto e discusso in sede di riunione con il rappresentante del Ministero la quantificazione dell'impegno finanziario dovrà essere non inferiore a 100 milioni di euro. I malati attendono fiduciosi che venga rispettata la parola data, rendono altresì noto che vigileranno costantemente affinché alle parole seguano i fatti.
In caso di mancato provvedimento, oppure di quantificazione insufficiente tale da qualificare l'intervento come un'elemosina nei confronti dei malati, il rispetto della dignità degli stessi ci costringerà a riprendere immediatamente il presidio permanente che s'intende perciò momentaneamente sospeso.

(5. continua)
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