Ci vogliono comprare
(15 nov. 2012)
Abbiamo ripreso lo sciopero della fame nella giornata di mercoledì.
La domanda che più mi sento ripetere è la seguente: «Ma come, han trovato i soldi e voi tornate a digiunare?». Già, bella domanda. Tutta l’intervista che mi ha fatto ieri un cronista dell’Avvenire era impostata così, tra l’incredulo e il sorpreso.
Il fatto è che ora mi spiego tutto quell’insistere, da parte degli ambienti governativi, su un presunto «fondo per i malati di Sla», rilanciato spesso anche dagli organi di informazione. Mai che abbiano citato, neanche per sbaglio, il soppresso Fondo nazionale Non-Autosufficienze.
Vogliono comprarci, questa è la verità; han tirato fuori dal cilindro 200 milioni di euro per i soli malati di Sla. Dai nostri calcoli serve almeno il doppio per garantire adeguate cure domiciliari ai non autosufficienti totali bisognosi di assistenza 24 ore su 24, fissate attraverso piani personalizzati.
Questa tattica è inqualificabile, sono esattamente sei mesi che facciamo le stesse richieste, per esser dei professori mi rifiuto di pensare che siano così tonti. Diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma di solito ci si azzecca.
Così Francesca ha ripreso il digiuno totale e io ho ricominciato a scalare la solita ignobile pappa color cammello al gusto vaniglia (!?) che passa nel sottile tubicino che arriva nello stomaco. Non capirò mai il perché abbiano scelto, nel posizionarmi la peg, un diametro così piccolo. Si intasa facilmente e al posto dell’idraulico liquido si usa la coca cola. A vedere come scrosta i tubi io proporrei di vietarne l’uso ai minori.
Non mi aspetto che duri poco, il digiuno. Sarà dura, han dimostrato di esser di grano duro e di pianto facile, questi professori.
Quasi quasi, rimpiango i democristiani.
(pubblicato su lastampa.it)
.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento