Una pagina storica

 
(21 nov. 2012)

Oggi, 21 novembre, è stata scritta una pagina storica nelle lotte per i diritti dei disabili nel nostro Paese. La delegazione dei malati in presidio davanti al ministero dell’Economia, guidata da Salvatore Usala, è stata ricevuta dal sottosegretario Polillo. Questi, nel corso dell’incontro, ha ammesso l’insufficienza dei 200 milioni di euro già stanziati e si è impegnato a incrementare il fondo raddoppiandolo.
Ha inoltre identificato il finanziamento, finalmente, come diretto alle cure domiciliari di tutti i non-autosufficienti gravi.
Per la prima volta è stato accettato che il riparto tra le Regioni avvenga con un decreto che vincoli strettamente l’utilizzo alle sue finalità specifiche e, inoltre, secondo i casi presenti regione per regione e non, come d’uso in questi casi, in base alla popolazione residente.
Sono stati accolti dunque principi basilari per una corretta gestione del fondo, l’inosservanza dei quali ha provocato, nel recente passato , uso improprio del finanziamento da parte delle Regioni stesse e il fatto che una regione con scarsa incidenza del fenomeno, ma densamente popolata, ricevesse una quota fino a quattro volte più elevata di un’altra regione. Ad esempio nel caso del fondo per i malati Sla, si verificò che, a parità di stadio della malattia, un malato ricevesse 500 euro in assegno di cura e un altro, solo perché residente in una diversa regione, un assegno mensile di 2000 euro.
Ma, aldilà di questi dettagli non secondari, è un principio che viene ad affermarsi: il diritto di essere assistiti al proprio domicilio, tra i propri cari e tra le cose che, spesso, rappresentano il valore affettivo di una intera vita.
Non più familiari che accudiscono il disabile senza riconoscimento sociale ed economico, non più disabile e familiari costretti agli «arresti domiciliari», senza potersi permettere nemmeno un’assistente familiare che li sostenga.
S’è dovuti arrivare allo sciopero della fame ed altre azioni estreme. Vigileremo perché a questi impegni si dia seguito.
Nessuno di noi vuol fare l’eroe, e un paese che può fare a meno di eroi può forse definirsi, davvero, un Paese civile.

(pubblicato su lastampa.it) .

1 commento:

  1. finchè ci sarà chi dice "vite non degne di essere vissute" ,sarà sempre un'impresa avere aiuti e toglierli da altri sprechi faraonici.

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