Diario dallo sciopero della fame - giorno 5


Stamane sono stremato. Il giovedì è tradizionalmente giorno di lavaggio generale (l’ho scritto e immediatamente inorridisco, sembra un secolo che son costretto a letto, eppure è solo un anno). Già normalmente non è una passeggiata, ma così debole è una tortura, soprattutto le manovre acrobatiche per rivestirmi. Ho esattamente dimezzato l’ignobile al gusto vaniglia, ora assumo al giorno 600 calorie invece delle 1200 prescritte. Anche Francesca non è nella forma migliore, è a digiuno da domenica e sta cominciando a risentirne. Così lei si preoccupa per me, io mi preoccupo per lei e Marco, il mio infermiere, si preoccupa per tutti e due.
Sono sinceramente stupito dall’indifferenza dei media. Invece dei tecnici bocconiani che dispensano supposte venefiche e bon ton ho già detto ieri. L’unica che ogni tanto dice quel che pensa è la Fornero, salvo educatamente adombrarsi quando gli altri dicono quel che pensano di lei.
Mi stupisco invece del silenzio dei grandi quotidiani e dei canali Rai e Mediaset. Intervista mia a parte, peraltro sul tg regionale, so che lunedì sia rai 3 che canale 5 hanno registrato analoghi servizi a casa di due altri malati, salvo poi non mandarli in onda. Qualcuno dei miei compagni di lotta pensa che sia un boicottaggio, un caro amico del mestiere mi ha spiegato che l’ambiente è “intorpidito” , fa più notizia la gaffe di un ministro che 62 malati gravi che rischiano la vita (il numero di chi mette in atto lo sciopero cresce di giorno in giorno). Anch’io credo che le cose stiano così. Certo, cinicamente, se “ci scappasse il morto” tutto cambierebbe. Quel che non capiscono è che, poiché facciamo sul serio, “il morto ci scapperà”.
Fortunato il paese che non ha bisogno di eroi, diceva Brecht. Aimè, non è il nostro caso.
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